L'invasione
Le tre sale del primo piano sono dedicate alla vita dei civili durante l’occupazione austroungarica del Friuli e del Veneto orientale tra 1917 e 1918.
Così continua il percorso immersivo, corredato di cassetti e sportelli che nascondono documenti e video: nella prima sala l’impressione è di trovarsi in uno dei palazzi cittadini saccheggiati durante l’invasione. Attraverso la vista dei giornali e l’ascolto delle lingue, è raccontato l’incontro degli abitanti con la "Babilonia" dei 15 idiomi dell’Impero austroungarico. L’illuminazione si concentra sui reperti, ricreando l’atmosfera del coprifuoco in una città fantasma, come Vittorio, svuotata degli abitanti e percorsa da soldati e profughi.
Nella seconda sala, la paura per violenze e furti lascia spazio al tema dell’opposizione al nemico, attuata soprattutto attraverso lo spionaggio.
Nella sala successiva la prospettiva è infine ribaltata, rendendo conto delle difficoltà affrontate dall’esercito invasore nel gestire il nuovo territorio conquistato; qui vengono dunque mostrate al visitatore le strategie di dominio e propaganda degli occupanti.
Il piano intero, così strutturato, porta in evidenza un tema solitamente sottovalutato, poco presente nella memoria collettiva e nella cultura di massa abituata ad associare alla Prima Guerra Mondiale quasi esclusivamente l’immagine della trincea e dei combattimenti ovvero la vita condotta al di là della linea del fronte, l’esperienza dolorosa di città, paesi e territori che conobbero l’occupazione e le violenze del nemico sui civili.