Il Museo

Un Museo per raccontare la Storia a partire da una moltitudine di storie, microstorie, racconti, piccoli frammenti, aneddoti, spezzoni di memorie, capaci di ricomporre assieme una narrazione corale sul primo conflitto mondiale, di dare voce non solo alle grandi gesta degli eroi quanto piuttosto ai piccoli gesti quotidiani di ordinaria follia, all’assurda normalità della guerra.

Un Museo, dove la vera sfida non è quella di “spiegare” quanto quella di “raccontare”, grazie all’evocazione: reperti e documenti sono stati selezionati in modo da concentrare l’attenzione su singoli dettagli significativi, evitando un affastellamento che porta a confondere emozioni e comprensione da parte del visitatore.

L’allestimento è stato pensato per mettere in risalto e per valorizzare appieno il tema in oggetto e nel contempo preservare i più importanti aspetti storicizzati del museo originario. L’uso combinato di forme, luci, suoni, colori, materiali, immagini fisse e in movimento ha sfruttato l’insieme dei linguaggi e degli strumenti offerti dalla multimedialità facendo sì che livello conoscitivo e livello emozionale siano in grado di convivere ed integrarsi in un unico grande piano narrativo.

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In questo modo è stato possibile realizzare un Museo inteso non solo come luogo di conservazione, documentazione e divulgazione di un patrimonio storico, culturale ed identitario di grandissima rilevanza, ma anche e soprattutto:

  • un museo delle emozioni, capace di raccontare e comunicare l’esperienza della Grande Guerra anche attraverso l’evocazione di sensazioni e suggestioni;
  • un museo per tutti i gusti, in grado di attirare e rivolgersi alle utenze più diverse e differenziate per stabilire un forte legame emotivo, intimo ed individuale;
  • un museo per tutti i sensi, da guardare ma anche da ascoltare, da gustare, da toccare e da annusare, in grado di investire contestualmente l’insieme delle capacità sensoriali di ogni visitatore;
  • un museo che non si conclude in se stesso, a difesa dei propri limiti fisici, ma che, al contrario, si propone di aprire varchi, solchi, trincee, gallerie e cunicoli - reali e immaginifici - fino a segnare la traccia conoscitiva di una serie di itinerari di visita da e verso il territorio e la sua memoria identitaria.