Visita in trincea (copia integrale di tutte le 52 schede)

Tribolo

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 33 - altezza totale (cm) 27 - altezza punte dal centro (cm) 20

Materiale: ferro

Descrizione: Ostacolo formato da quattro barrette di ferro acuminate bullonate nella parte centrale e piegate in modo da poggiare sul terreno mantenendo due delle punte sempre rivolte verso l’alto.

Di origine molto antica, in quanto utilizzato già dai Romani, questo strumento fu molto usato nella prima guerra mondiale per contrastare i reparti di cavalleria e di fanteria sulla terra di nessuno.

Da questo ostacolo deriva il verbo “tribolare”, con significato di ‘tormentare, opprimere’.

Reticolati

Datazione: sec. XX, primo quarto

Materiale: ferro

Descrizione: I reticolati erano formati da filo spinato e costituivano uno dei maggiori ostacoli passivi agli attacchi militari nella terra di nessuno.

Il filo spinato era composto da diversi fili intrecciati con inserti di varia forma e dimensione, come i cinque spezzoni esposti; il filo spinato poteva essere disposto fra picchetti all’altezza delle caviglie, o in grovigli ammassati sul terreno a formare cespugli o intere siepi, oppure steso a formare barriere verticali grazie ai pali a “coda di maiale”.

Questi ultimi erano pali metallici arricciati a spirale in vari punti, che avevano la funzione di sostenere e tendere il filo spinato sulla terra di nessuno; erano utili in funzione antiuomo e anticavalleria, ma anche per contrastare l’avanzamento di automezzi. Quello esposto ha un’altezza di 110 centimetri.

Le pinze tagliafili erano parte fondamentale dell’equipaggiamento delle “Compagnie della morte”, quei soldati incaricati di uscire dalle trincee e tagliare il filo spinato nella terra di nessuno per aprire un varco prima dell’inizio di un attacco. Quella esposta era in dotazione all’esercito italiano, è in acciaio e lunga 46 centimetri; l’impugnatura sinistra è rotta.

Maschera antigas

Datazione: sec XX, primo quarto

Dimensioni: altezza (cm) 21 - lunghezza (cm) 24 - altezza (cm) 12

Materiale: tela cerata, plastica trasparente, gomma e ferro

Descrizione: Maschera antigas di produzione austriaca in uso nella prima guerra mondiale, composta da un facciale in tela cerata, oculari in plastica bordati in gomma, tiranti per regolarla e adattarla al volto e filtro. Il filtro in lamina di ferro è avvitato al facciale e contiene carboni attivi, che depuravano l’aria dagli agenti chimici tossici.

Il relativo contenitore, realizzato in lamierino di ferro cilindrico a due ordini con coperchio a chiusura a incastro, si trova nella bacheca inferiore.

Granata a mano - Steilhandgranate

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 35 - diametro testa (cm) 7

Materiale: lamierino metallico e legno

Descrizione: Bomba a mano austriaca con manico della seconda versione lesionato; presenta residui di colorazione verde sulla testata. Sono presenti il gancio di trasporto e il tappo di sicura in lamierino. La versione più diffusa era quella tarata in media su 5.5 o 7 secondi; l’innesco era a strappo e contenuto nel manico. Queste bombe erano spesso portate al collo in speciali contenitori di iuta e venivano utilizzate durante gli assalti alle trincee nemiche.

Bombarda austro-ungarica Minenwerfen

Datazione: sec. XX, primo quarto, post 1914

Dimensioni: altezza (cm) 33.5 - diametro base (cm) 48

Materiale: acciaio

Descrizione: bombarda di produzione austriaca, denominata Minenwerfen, costituita da una piastra d’appoggio circolare in acciaio e da una rampa di lancio, con possibilità di regolazione dell’alzo per mezzo di una leva. Il funzionamento era ad avancarica sia per la carica di lancio che per la bomba, che in questo modello restava sporgente dalla canna, in quanto ne veniva incamerato solo il codolo. Aveva una gittata di circa 300 metri. Non presenta alcun marchio o incisione.

L’impiego della bombarda è una diretta conseguenza della massiccia presenza dei reticolati che caratterizzarono la guerra di posizione: queste armi si dimostrarono infatti indispensabili appoggi alle azioni di prima linea.

Mazzafrusto

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 49 - diametro testa (cm) 5

Materiale: legno e ferro

Descrizione: mazzafrusto di produzione austriaca, composto da impugnatura in legno, asta flessibile, che produceva l’effetto molla, e testa in ferro.

Le mazze ferrate flessibili comparvero successivamente al 1916, da un’idea sviluppata dall’esercito tedesco. Erano anche chiamate flagello. Venivano utilizzate, al pari delle mazze ferrate rigide, per dare il colpo di grazia ai moribondi o ai soldati svenuti a causa del gas.

Mazza ferrata

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 57 - lunghezza puntale (cm) 27

Materiale: legno e ferro

Descrizione: mazza ferrata di produzione austro-ungarica: è costituita da un’asta in legno liscio e da un puntale di spessa lamina di ferro con quattro ordini di punte, alcune mancanti, e uno spuntone centrale formato dalla piegatura della lamina. All’estremità opposta vi è un cordino cerato, usato per appendere la mazza al polso.

Arma di origine medievale, detta anche arma da botta, poteva assumere varie forme e solitamente era costruita con due o più materiali. Le teste erano spesso formate con materiali di recupero come involucri di bombe a mano o pezzi di tubo esplosivo infilati in manici di legno. Veniva utilizzata per dare il colpo di grazia ai moribondi o ai soldati svenuti a causa del gas. Le mazze ferrate non entrarono mai nella dotazione ufficiale del Regio Esercito Italiano, sebbene fossero comunque impiegate all’occorrenza.

Bomba da fucile - Zeitunderhandgranate

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1915-20

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 88 - diametro testa (cm) 6

Materiale: ghisa e acciaio

Descrizione: bomba a frammentazione stabilita di forma cilindrica con spuntoni, disegnata per esplodere in 150 schegge. La parte inferiore è un governale dritto, da infilare nella canna del fucile; questo manico poteva essere rimosso, per scagliare la granata come qualsiasi altra bomba a mano, oppure il soldato poteva impugnarlo per lanciare l'ordigno. 

Lanciabombe italiano Bettica

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: lunghezza base (cm) 67 - larghezza base (cm) 23 - altezza (cm) 15 - altezza con canna puntata (cm) 48

Materiale: legno e acciaio

Descrizione: lanciabombe Bettica con base di legno quadrangolare e sistema di puntamento a ghiera. Ha un maschio mobile per regolare l’angolazione di tiro e una doppia scanalatura per il fissaggio del proiettile torpedine. Le campanelle laterali per la cinghia sono in ferro. Mancano la cinghia e il vitone a galletto.

Aveva una gittata di 250 metri e poteva sparare proiettili cilindrici da 38mm a 60 mm. Il peso contenuto, 12 kg, lo rendeva facilmente trasportabile al seguito dei fanti.

Il lanciabombe Bettica prende il nome dall’ufficiale del Genio Italiano Alberto Bettica, che lo sviluppa nel corso della prima guerra mondiale.

Iscrizioni: sulla base: RR/ 3389.

Elmetto italiano mod. Adrian

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: lunghezza (cm) 29 - larghezza (cm) 22 - altezza (cm) 17

Materiale: acciaio

Descrizione: elmetto in dotazione all’Esercito Italiano, di produzione italiana su modello francese, composto da cupola, frontino e cresta forgiati da un solo pezzo di metallo. Questo elmetto proteggeva i soldati dalle schegge, ma era inefficace contro i proiettili. Il modello 15 era dotato di un sottile bordino di congiunzione tra la cupola e la visiera, che fu eliminato nel modello 16; quest'ultimo risultava anche più leggero.

L'elmetto della foto è un modello 16 ed è privo sia dell’imbottitura interna sia della vernice originale.

Elmetto italiano per corazza Farina

Datazione: sec. XX, primo quarto, post 1916

Dimensioni: lunghezza (cm) 21 - altezza (cm) 12

Materiale: acciaio

Descrizione: elmetto italiano da abbinare alla corazza Farina, in dotazione ai reparti addetti al taglio del filo spinato nella terra di nessuno. È stato forgiato partendo da due pezzi distinti: la visiera e la cupola. Non presenta danni da ossidazione né fori di proiettile, ma manca l’imbottitura interna.

Elmetto austro-ungarico Berndorf

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1914

Dimensioni: lunghezza (cm) 31 - altezza (cm) 18

Materiale: acciaio

Descrizione: elmetto in dotazione all’esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale, forgiato partendo da un unico pezzo di acciaio. È privo dell’imbottitura interna e della cinghia.

È molto simile al corrispettivo tedesco, ma ha bottoni di tenuta non presenti su quello teutonico. Era piuttosto resistente, tanto da poter fermare anche i proiettili di piccolo calibro, oltre alle schegge, proteggendo anche i lati del cranio.

Piastra per elmetto austro-ungarico

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: larghezza (cm) 26 - altezza (cm) 18

Materiale: acciaio

Descrizione: piastra frontale di rinforzo per gli elmetti Berndorf in dotazione all’esercito austro-ungarico a partire dal 1916, forgiato partendo da un unico pezzo. Era distribuito in particolare a sentinelle e osservatori, come ulteriore protezione dal tiro dei cecchini. Presenta fori da ossidazione.

Guanti da trincea

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza (cm) 28 - lunghezza (cm) 11

Materiale: acciaio e cuoio

Descrizione: coppia di guanti da trincea in uso presso i reparti di mitraglieri e di artiglieria per manovrare canne, bossoli e otturatori arroventati, sia nell’esercito italiano sia in quello austro-ungarico. Sono realizzati in maglia di anelli in acciaio con bordatura in cuoio, hanno come unica nota anatomica il pollice e vi è un bottone a pressione all’altezza del polso, aperto in quanto mancante dell’altra parte.

Questi accessori furono usati impropriamente anche dai reparti di guastatori, per proteggersi dal filo spinato.

Corazza per torace, parte destra

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza totale (cm) 46 - lunghezza (cm) 32

Materiale: acciaio

Descrizione: corazza da torace progettata sulla linea delle armature medievali, presenta un incavo per il braccio destro e il fondo dritto, mentre mancano completamente le cinghie per fissarla al corpo. Queste corazze servivano per proteggere i corpi dei soldati più esposti al tiro nemico, in particolare quelli che componevano la “Compagnia della morte”, squadra specializzata nel taglio del reticolato fuori dalle trincee.

In breve tempo si rivelarono inutili contro le raffiche delle mitragliatrici e, inoltre, il loro peso rallentava i movimenti dei soldati. Alcuni modelli erano corredati da un elmetto e presentavano due bracciali nella parte interna, che permettevano di impugnarle anche come scudi.

Baionette

BAIONETTE

Armi bianche da taglio fissate a fucili, moschetti o carabine; in uso già nel XVII secolo, consentivano alle formazioni di fanteria di affrontare uno scontro corpo a corpo senza abbandonare il fucile.

BAIONETTA PER FUCILE AUSTRIACO M95

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1917

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 35 - lunghezza lama (cm) 24

Materiale: ferro

Descrizione: baionetta modello standard da fanteria, con impugnatura in tubolare di ferro; è priva di punzoni di accettazione. È del tipo Esals, cioè costruita in carenza di materiali pregiati (legno o bachelite) a partire dalla metà del 1917.

BAIONETTA PER FUCILE TEDESCO MAUSER  Kar 98

Datazione: sec. XX, prima metà, ante 1937

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 38,5 - lunghezza lama (cm) 25,2

Materiale: ferro e legno

Descrizione: baionetta con guancette in legno, priva di fodero. La denominazione ufficiale di questa baionetta era “Seitengewehr M. 1884/98” e fu in uso fino alla fine della seconda guerra mondiale. Questo esemplare è stato costruito prima del 1937, data a partire dalla quale le guancette vennero costruite in bachelite.

Prodotta a Solingen, in Germania.

Moschetto Carcano-Mannlicher 91 da cavalleria

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1918

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 92 - lunghezza canna (cm) 42 - lunghezza baionetta (cm) 35

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: moschetto modello 1891 in dotazione all’esercito italiano nella prima guerra mondiale, calibro 6,5. È dotato di baionetta ripiegabile a sezione triangolare. Il moschetto da cavalleria differisce da quello d’ordinanza per la minore lunghezza e il minor peso.

L’otturatore non è originale, poiché dopo l’armistizio l’esercito tedesco impose che i fucili della collezione Marson, per essere lasciati al Museo, fossero resi inutilizzabili asportandone questa parte.

Produttore: Regia Fabbrica d’armi Brescia, Italia.

Iscrizioni: vicino alla camera a scoppio: V727, Brescia1918; sul calcio: Fabbrica d’Armi Brescia 1918-V 7270.

Pistola semiautomatica Luger P08 Parabellum

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1908

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 22 - lunghezza canna (cm) 10.2

Materiale: acciaio e ferro

Descrizione: arma da fuoco semiautomatica a singola azione, a chiusura geometrica a corto rinculo di canna. Calibro 9 mm. Era la pistola d’ordinanza dell’esercito tedesco.

Parabellum deriva dalla locuzione latina Si vis pacem, para bellum, ovvero “Se vuoi la pace, prepara la guerra”. Tale denominazione venne attribuita all’arma in quanto all’epoca l’indirizzo telegrafico della DWM era Parabellum Berlin.

Produttore: Deutsche Waffen und Munitionsfabriken, Berlino, Germania.

Iscrizioni: sul carrello: 5677; sullo snodo: DWM in floreale, 77; sul castello: 5677 i.

Pistola semiautomatica Luger P08 da artiglieria

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1914

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 31.7 - lunghezza canna (cm) 20

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: pistola semiautomatica a singola azione, a chiusura geometrica a corto rinculo di canna, realizzata mediante otturatore snodato a ginocchiello. Percussore lanciato. Alzo sulla canna. Calibro 7,65 mm.

Brevettata dall’austriaco Georg Luger partendo dal modello base P. 08 Parabellum, presenta una canna più lunga e la possibilità di unire un caricatore maggiorato e un calcio. Adottata nel 1913, fu prodotta dal 1914 fino alla fine della prima guerra mondiale in circa 198.000 esemplari.

Produttore: Deutsche Waffen und Munitionsfabriken, Berlino, Germania.

Iscrizioni: sul carrello: 1915, 1406; sullo snodo: DWM in floreale, 06; sul castello: 1406 d.

Fucile Steyr-Mannlicher 1895

Datazione: sec. XIX, ultimo quarto, 1895

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 127.1 - lunghezza canna (cm) 79

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: arma a ripetizione con caricatore a cinque colpi, con otturatore scorrevole che avrebbe dovuto garantire maggiore cadenza di tiro, calibro 8 mm. Modello di serie. Manca la cinghia. Il sistema di sicurezza era poco affidabile, in quanto basato su una levetta di piccole dimensioni, la quale poteva facilmente disinserirsi, anche durante il trasporto a spalla dell’arma.

L’esemplare in oggetto è stato modificato e punzonato nuovamente nel 1930, come indicato dall’incisione sul lato sinistro del castello.

Produttore: Oesterreichische Waffenfabrik Gesellschaft, Steyr, Austria.

Iscrizioni: sul castello: STEYR/M.95, sul lato sinistro 1930M; sulla cassa: 30, A. ZWEITEILIG.

Carabina Mannlicher 1895

Datazione: sec. XIX, ultimo quarto, post 1897

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 100.5

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: carabina a ripetizione manuale con otturatore scorrevole, calibro 8 mm; prodotta a Budapest a partire dal 1897, i meccanismi d’otturazione e di scatto sono identici a quelli del fucile mod. 1895, mentre la principale differenza è la lunghezza. Utilizzata fino al 1918. Presenta fori di tarlo e una lieve patina di ruggine.

Produttore: Fermaru-Fegyver es Gepgyar, Budapest, Ungheria.

Iscrizioni: matricola 760G.

Pistola semiautomatica Glisenti mod. 1910

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1910

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 20.6

Materiale: acciaio e bachelite

Descrizione: pistola semiautomatica a singola azione, a chiusura geometrica, a corto rinculo di canna e cane interno con percussore lanciato. Calibro 9 mm. Poteva essere ricaricata da 7 colpi alla volta. Nonostante fosse considerata costosa, complicata da costruire e non priva di difetti, questa pistola si dimostrò un'arma eccellente e semplice da maneggiare.

Produttore: Meccanica Bresciana Tempini, Brescia, Italia.

Iscrizioni: sul castello: FAB 1910 sormontato da corona, il tutto incluso in un cerchio; 771 L; TM in cerchio. Sul carrello: 771 L; monogramma RV in cartiglio; MBT intrecciato in cerchio. Sulle guancette: un’aquila sabauda.

Pistola semiautomatica Walther mod. 4

Datazione: sec. XX, primo quarto, post 1910

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 15.1 - lunghezza canna (cm) 8.9

Materiale: acciaio e bachelite

Descrizione: Pistola semiautomatica calibro 7.65 mm con caricatore da 8 colpi.

Il modello 4 apparve nel 1910, contemporaneamente al modello 3, ma era leggermente più grande. Venne largamente utilizzato dai corpi di polizia e dagli ufficiali dell’esercito tedesco durante la prima guerra mondiale, quindi omologato come pistola ufficiale militare dal 1915. Matricola: 191220.

Produttore: Carl Walther Waffenfabrik, Ulm-am-Donau, Germania.

Iscrizioni: sulla slitta lato destro: Carl Walther. WAFFENF ABRIK Zella St. Blasii; sulla slitta sinistra: SELBSTLADE – PISTOLE CAL 7,65 WALTHER’S – PATENT  WALTHER in cartiglio; sulle guancette: W C intrecciate e inscritte; sullo sperone: F.

Pistola semiautomatica Frommer Stop

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1917

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 16.5 - lunghezza canna (cm) 9.5

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: pistola d’ordinanza dell’Honved (componente ungherese dell’esercito austro-ungarico) calibro 7,65 mm. La caratteristica principale di quest’arma era il funzionamento a lungo rinculo di canna impiegato in arma da piccolo calibro. La Stop venne prodotta fino agli anni ‘30 ma rimase in uso all’esercito ungherese anche durante la seconda guerra mondiale. In base alla punzonatura rilevata, l’esemplare in oggetto è databile al 1917.

Iscrizioni: sulla canna: FEGYVERGY AR-BUDAPEST-FROMMER-PAT. STOP CAL. 7.65 mm (.32); sul ponticello: il marchio del Ministero della guerra ungherese, il monogramma BP, lo stemma austro-ungarico e 17; sulle guancette: FS; oltre le guancette: la matricola 154107.

Pistola semiautomatica Beretta mod. 1915

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1915

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 15 - lunghezza canna (cm) 8.6

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: pistola semiautomatica, modello 1915 di serie. Calibro 7,65 mm. La slitta è bloccata indietro, in questo modo l’arma è disattivata. Questo modello fu prodotto a scopo bellico e proprio per questo la qualità era inferiore a quella standard.

Produttore: Fabbrica d'Armi Pietro Beretta, Gardone Valtrompia, Brescia, Italia.

Iscrizione: sulla slitta: PIETRO BERETTA BRESCIA-CAL. 7.65 BREVETTO 1915; sotto la slitta: 29160; sulle guancette: PB entro ovale; sul castello: S.

Pistola a rotazione Bodeo 1889 mod. A

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 27.5

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: pistola a rotazione con canna a sezione ottagonale, calibro 10,35 mm. L'arma è a telaio chiuso e ha uno sportello a destra per il caricamento, che si apre ruotandolo in senso antiorario. Il calcio, di forma cilindrica e inclinato all'indietro, ha le guancette in legno zigrinato ed è provvisto di un anello per l'attacco del correggiolo; il grilletto si piega in avanti ed è sprovvista di ponticello.

La Bodeo modello 1889 era la rivoltella d'ordinanza in dotazione alle forze armate italiane a partire dagli ultimi anni dell'800 fino a quelli della prima guerra mondiale; questo esemplare è di produzione spagnola, infatti, per rispondere alla grande richiesta bellica, a partire dal 1916 se ne iniziò la produzione anche in Spagna, nazione neutrale.

Produttore: A. Errasti, Eibar, Spagna, su progetto del bresciano Carlo Bodeo.

Iscrizioni: sul castello, lato sinistro: A. ERRASTI-EIBAR/SCOLARI-ROMA-1916; lato destro: RP entro ovale.

Fucile Mannlicher-Carcano mod. 1891

Datazione: sec. XIX, ultimo quarto, 1891

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 128 - lunghezza canna (cm) 76

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: fucile Mannlicher-Carcano modello 1891 (conosciuto anche come fucile Mannlicher-Carcano-Parravicino) ad otturatore girevole-scorrevole, in dotazione all’esercito italiano durante la prima guerra mondiale; calibro 6,5 mm. È privo di mirino e l’otturatore non è originale. Questo fucile fu una delle migliori soluzioni tecnologiche dell’epoca: per l’otturatore ci si ispirò a quello del Mauser tedesco, mentre per il sistema di alimentazione fu scelto come modello il Mannlicher.

Produttore: Regia Fabbrica Armi Terni, Italia.

Fucile Steyr-Mannlicher mod. 1895

Datazione: sec. XIX, ultimo quarto, 1895

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 100.3

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: il fucile Steyr-Mannlicher Mod. 1895 era un fucile a ripetizione manuale a otturatore scorrevole, calibro 8 mm, progettato da Ferdinand Ritter von Mannlicher; era in dotazione alle truppe speciali dell’esercito austro-ungarico nella prima guerra mondiale. È dotato di attacco per la baionetta e magliette per la cinghia, fissate nella parte inferiore del calcio e ai lati della cassa. Questo modello è insolito tra i fucili dell'epoca, in quanto usa un otturatore scorrevole a trazione diretta, più veloce dell'otturatore girevole-scorrevole degli altri fucili, ma con movimento meno naturale.

Produttore: Oesterreichische Waffenfabrik Gesellschaft, Steyr, Austria.

Iscrizioni: sulla camera di scoppio reca la matricola 9597 P e la scritta STEYER M95. Sul calcio ripete la matricola 9597 P.

Tagliola

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: diametro totale (cm) 51

Materiale: ferro

Descrizione: tagliola per uomini usata nella prima guerra mondiale. Di forma rotonda, è costituita da due ganasce dentate e da una rete metallica al centro. Le ganasce vengono bloccate da molle, e su queste sono presenti due maniglie per permetterne il caricamento.

Questo tipo di trappola nacque per la cattura della selvaggina, ma nella prima guerra mondiale le tagliole vennero usate come trappole contro i nemici, in particolare a danno delle pattuglie di esploratori.

Megafono

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 45

Materiale: lamiera

Descrizione: megafono in dotazione all'esercito austriaco nella prima guerra mondiale: a forma di cono, era usato per amplificare la voce e per indirizzarla verso una determinata direzione. L'esemplare in oggetto è verniciato in nero, completamente deformato, con tre fori di proiettile e un grande squarcio sulla parte superiore; manca l’imboccatura. L'impugnatura in lamierine è tenuta da quattro rivetti.

Periscopio da trincea

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza totale (cm) 46.5

Materiale: specchio, ferro e corda

Descrizione: strumento ottico per uso personale di produzione austriaca, con struttura a tronco di cono in lamina di ferro e due fori di osservazione circolari collocati alle estremità del cono e in posizione opposta, da cui sono visibili i due specchi ovali inclinati. Conserva la verniciatura originale marrone chiaro. Due piccole maniglie rivettate sono poste in asse e trattengono una sottile tracolla di corda.

L’utilizzo di questo tipo di strumento ottico ha rivestito un ruolo importante nella guerra di posizione, che rendeva necessari strumenti per osservare i movimenti del nemico restando al riparo. Posizionando l’occhio in corrispondenza di uno dei due fori era possibile inquadrare oggetti a notevole distanza ma poco rialzati rispetto al punto di osservazione, con un errore di traguardo estremamente contenuto.

Produttore: Carl Reichert, Vienna, Austria.

Iscrizioni: sulla base: C. REICHERT WIEN/ N. 17451/ D.R.G.N.

Lanterna da segnalazioni

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza totale (cm) 31 - lunghezza (cm) 14.4 - larghezza (cm) 7.5

Materiale: ottone e vetro

Descrizione: lanterna da segnalazione di produzione ungherese. La parte bassa contiene il serbatoio, a carica posteriore, per il combustibile; il cono di proiezione è completamente smontabile e una leva meccanica sulla sinistra permette di azionare il disco di segnalazione o di coprire completamente il fascio luminoso. Apposite tacche sagomate consentono il fissaggio della lampada ad un altro elemento.

Iscrizioni: sul serbatoio: MAYAR FÉMLEMEZIPAR/ RESZVÉNYTÁRSASÁG/ BUDAPEST.

Pistola da segnalazione

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 16

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: pistola da segnalazione di produzione italiana, modello Savoia calibro 26,5 mm, con corpo in acciaio e calcio in legno, munita di grilletto e piccolo gancio nella parte inferiore.

Iscrizioni: sulla canna: Italia; sul castello: 1237.

Galleggiante in sughero

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: diametro (cm) 15; altezza (cm) 10

Materiale: sughero

Descrizione: Galleggiante in sughero di forma sferica usato per comunicazioni. Veniva gettato nel Piave e conteneva messaggi trasportati a valle dalla corrente.

Lampada a candela

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza totale (cm) 38 - diametro (cm) 23,5

Materiale: legno di betulla, ferro e seta

Descrizione: lampada a candela cilindrica e ripiegabile, composta da due cerchi di legno a cui sono fissati un cilindro in seta pieghettata a fisarmonica e tre aste di ferro per mantenere l’altezza desiderata. Sul piano superiore si trova il camino per l’uscita del fumo, con apertura regolabile, e un manico semicircolare. Era in dotazione all’esercito austro-ungarico per l’illuminazione dei baraccamenti. Presenta piccole tracce di bruciature sulla seta e conserva ancora all’interno frammenti della candela originale.

Tale tipologia di lampade ha un grave difetto: è evidente il pericolo di combustione, a causa dell’infiammabilità dei materiali e della scarsa protezione della fiamma dall’aria, che ne limitava le possibilità d’impiego.

Telefono da campo con centralino Siemens & Halske

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza della cassetta (cm) 34 - altezza (cm) 15.6 - larghezza (cm) 21.1

Materiale: legno, ferro e acciaio

Descrizione: telefono da campo prodotto dalla Siemens & Halske di Vienna, in dotazione all’esercito austro-ungarico, composto da cassetta in legno verniciato con coperchio incernierato, con chiusura anteriore a pulsante, e cinghia per il trasporto; all’interno conserva il ricevitore dotato di boccaglio basculante, che proteggeva dai disturbi esterni, auricolari privi di microfono, i cavi e il tensiometro originali. È collegato ad un centralino telefonico a quattro canali con commutatore di linee.

Iscrizioni: sul centralino: SIEMENS & HALSKE AG/ WIEN; all’interno della cassetta: Type D; sul coperchio il codice alfanumerico.

Occhialini da montagna

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 25 - altezza (cm) 7

Materiale: tela e alluminio

Descrizione: occhialini paraschegge e antiriflesso con lenti in alluminio, mascherina in panno bianco e due lacci per annodarlo dietro la testa. Distribuito all’esercito italiano, in particolare alle truppe di montagna, alla fine del 1916. Presenta estesi segni di ingiallimento dovuti al tempo.

Sottoscarpa in legno

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 33 - larghezza (cm) 11 - altezza (cm) 6

Materiale: legno e ferro

Descrizione: sottoscarpa in legno da sentinella per il periodo invernale in zone di montagna. Sotto la suola si trovano otto spuntoni in ferro per ancorare l’appoggio al terreno. Conserva parte della chiodatura per la tomaia in tela, che manca completamente, e un corto pezzo di catena che parte dalla punta. È parzialmente usurato sulla punta e sulla parte sinistra del tallone. Presenta fori di tarli.

Coppia di Ramponi

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 22 - larghezza (cm) 11 - altezza (cm) 5

Materiale: acciaio

Descrizione: Coppia di ramponi da ghiaccio austriaci a falsa suola (coprivano l’intera lunghezza dello scarpone), con sei anelli di tenuta laterali ciascuno. Le punte metalliche servivano a tenersi ancorati al suolo impervio di ghiacciai e terreni innevati.

 

Contenitore per il rancio

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 50 - altezza (cm) 26 - larghezza (cm) 20

Materiale: ferro

Descrizione: contenitore per il rancio in uso presso l’esercito austriaco nella prima guerra mondiale per portare il pasto caldo ai soldati nelle trincee. Nella parte superiore presenta due maniglie per il trasporto ed un’apertura con coperchio a chiusura ermetica a mezzo di leva, che veniva serrata con una vite a morsetto. Il diametro dell’apertura è di 20 cm, come il coperchio. Presenta numerose ammaccature laterali e nella parte superiore e il fondo è forato. Reca tracce della vernice originale.

Coperchio di gavetta e grattugia

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 16 - larghezza (cm) 10 - altezza (cm) 2.5

Materiale: alluminio

Descrizione: coperchio per gavetta di produzione italiana in uso nella prima guerra mondiale. Presenta al centro uno squarcio, probabilmente un foro di proiettile o di scheggia, cui sono stati aggiunti altri piccoli buchi, in modo da renderlo utilizzabile come grattugia.

Gavetta

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza (cm) 16 - larghezza (cm) 10 - altezza (cm) 12

Materiale: alluminio

Descrizione: gavetta di produzione italiana in uso nella prima guerra mondiale. L’esemplare in oggetto è completo di maniglia per il trasporto fissata ai lati e reca delle lettere incise, probabilmente dal possessore, sul davanti e sul retro.

Iscrizioni: sul davanti: CCXV e sul retro CCVV.

Borracce

Datazione: sec. XX, primo quarto

Materiale: legno, ferro o alluminio, cuoio, stoffa

Descrizione: vari modelli di borracce, di forma e materiale diverso.

Borraccia in legno con bordature in ferro in dotazione all’esercito italiano, modello Guglielmetti 1874. L’esemplare in oggetto è privo di accessori in cuoio, ma è completo del tappo in legno fissato alla borraccia tramite un cordoncino. Presenta alcuni buchi di tarli. Altezza (cm) 20.

Borraccia di alluminio in dotazione all’esercito austriaco, smaltata di verde all’esterno e di bianco all’interno. Reca nella parte superiore due ganci per l’attacco della cinghia in cuoio per il trasporto ed è priva di tappo. Presenta delle ammaccature con ruggine nella parte bassa. Altezza (cm) 20, lunghezza (cm) 9.

Iscrizioni: sul davanti reca una scritta bianca inserita in un tonfo: LICETFALU, 1917, separati da due stelle a sei punte.

Borraccia in alluminio ricoperta in stoffa e cuoio di produzione austriaca, di forma rettangolare, con un anello metallico intorno al collo e un tappo in alluminio. Presenta una bretella in stoffa e cuoio, utile per appenderla alla cintura. Altezza (cm) 23 e lunghezza (cm) 15.

Iscrizioni: sul cuoio della bretellina sono incise le lettere M.E.

Medicazioni

BOCCETTA DI NEURINASE

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza totale (cm) 13 - lunghezza (cm) 4

Materiale: vetro

Descrizione: boccetta di Neurinase senza tappo. Questo medicinale, disponibile presso le sezioni di sanità dell’esercito italiano, era un calmante a base di valeriana e barbiturici, usato anche contro l’insonnia che i soldati soffrivano in trincea. La bottiglietta presenta una scritta in rilievo sul lato ed è color ocra.

CONFEZIONE DI GARZE DI MUSSOLA

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1917                       

Dimensioni: lunghezza scatola (cm) 16 - altezza scatola (cm) 9; lunghezza garze (cm) 500 - altezza garze (cm) 9

Materiale: cartone e mussola

Descrizione: scatola di cartone chiusa con spago, contenente 10 garze in mussola per la medicazione di ferite. La mussola è un tessuto costituito da filati fini a trama molto rada di cotone, lino o lana. Ogni militare ne aveva una confezione in dotazione nel suo pacchetto di medicazione, assieme a una fialetta di tintura di iodio.

Iscrizioni: in un rettangolo in alto a destra: N. 10/Fasce di Mussola/IDROFILA/di metri 5x0,09/FARMACIA CENTRALE MILANO. Uno dei quattro pacchetti uguali reca un piccolo adesivo circolare con la scritta: AGOSTO-SETTEMBRE 1917.

Tubetti di soluzione di iodio

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza (cm) 6 - diametro (cm) 1.5

Materiale: cartone

Descrizione: due tubetti rivestiti di carta contenenti soluzione di iodio al 5%, integri e ancora chiusi. La soluzione di iodio era usata come disinfettante e ogni soldato ne aveva nella propria dotazione sanitaria.

Iscrizioni: sui tubetti: uso esterno/ soluzione di jodio 5%/ farmacia centrale militare Torino.

Elmetto inglese

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1914

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 30 - altezza (cm) 13

Materiale: acciaio

Descrizione: elmetto in dotazione agli eserciti inglese, americano e dei Paesi del Commonwealth durante la Prima Guerra Mondiale, forgiato partendo da un due pezzi, uno per la cupola e uno per il frontino. Chiamato “elmetto a padella” per la sua forma, era praticamente inutile poiché a malapena fermava le schegge di proiettili. Presenta un foro di proiettile ed è privo dell’imbottitura interna e della cinghia.

Mandolino

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1918

Dimensioni: altezza totale (cm) 50

Materiale: legno

Descrizione: Mandolino a otto corde realizzato con materiali di recupero: la cassa armonica è ricavata da una borraccia italiana mod. 1874 in legno. Rientra tra gli oggetti definiti “souvenir di trincea”, ovvero oggetti ludici o decorativi ricavati da materiali in uso nelle trincee e introdotti così in aspetti della vita non militari.

Il fondatore del Museo Luigi Marson nel primo catalogo, datato 1943, riporta una breve testimonianza su questo oggetto: “Durante la resistenza sul Piave del giugno 1918, un soldato che aveva un mandolino restò colpito a morte e gravemente mutilato rimase anche il mandolino, che perdette la cassa risuonante. I superstiti pensarono di ricostruirlo adattando al posto della casa una borraccia; sembra anzi si tratti della stessa borraccia dell’eroico Soldato caduto”.

Braccialetti realizzati con corone di forzamento di proietti

Datazione: sec. XX, primo quarto, post 1915

Dimensioni: diametro (cm) 7 - altezza (cm) 3

Materiale: bronzo

Descrizione: braccialetti realizzati con corone di forzamento di proietti d'artiglieria.

Si tratta di alcuni dei tanti cimeli, detti “souvenir di trincea”, che documentano il lungo e laborioso riutilizzo dei materiali bellici di scarto o di recupero; spesso i soldati stessi, nelle lunghe pause tra i combattimenti, impiegavano il loro tempo con piccoli lavori di artigianato.

Nella foto: braccialetto a tre spire con testa di serpente stilizzata.

Vaso e calice realizzati con bossoli

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza totale (cm) 27 - diametro (cm) 8

Materiale: bronzo

Descrizione: bossoli di granate per artiglieria austriaca M5 lavorati a sbalzo, a mano, per realizzare decorazioni vegetali, in particolare foglie di edera; anche i bordi sono lavorati e uno dei due presenta una strozzatura nella parte bassa, come fosse l’impugnatura per un calice. Queste lavorazioni ne suggeriscono il riuso come oggetti decorativi.

Si tratta di due dei tanti cimeli, detti “souvenir di trincea”, che documentano il lungo e laborioso riutilizzo dei materiali bellici di scarto o di recupero; spesso i soldati stessi, nelle lunghe pause tra i combattimenti, impiegavano il loro tempo con piccoli lavori di artigianato.

Front, rivista per militari austro-ungheresi

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1918

Dimensioni: altezza totale (cm) 29 - lunghezza (cm) 22

Materiale: carta

Descrizione: giornale di trincea per le truppe austro-ungariche, scritto in tedesco e ungherese, stampato a Vittorio Veneto. Sulla copertina c’è una fotografia di una coppia di soldati austro-ungarici a cavallo, che la didascalia dice essere padre e figlio. Anno 2, numero 16.

Iscrizioni: Intestazione accanto alla testata: HERAUSGEGEBEN VOM ARMEEKOMMANDO G.O. ERZHERZOG JOSEF/ [traduzione ungherese]/ 2. JAHRG. 16. HEFT   2.ÉVF. 16. SZÀM; didascalia sotto alla foto: Vater und Sohn   (Phot. R. Balogh)   Apa és fiu.

La Tradotta, giornale di trincea della Terza Armata

Datazione: sec. XX, primo quarto, 21 marzo 1918

Dimensioni: altezza totale (cm) 38 - lunghezza (cm) 26

Materiale: carta

Descrizione: giornale di trincea settimanale della Terza Armata. La copertina mostra un soldato tedesco comodamente seduto al tavolo di una famiglia russa, intento a mangiare il loro cibo davanti ai loro sguardi atterriti. Numero 1, 21 marzo 1918, anno I. Edito dal 1918 al 1919, prima a Reggio Emilia e dall’aprile 1919 a Milano.

Iscrizioni: sotto la testata: N. 1   GIORNALE SETTIMANALE DELLA 3^ ARMATA   21 MARZO 1918; sotto la tavola illustrata: I russi hanno fatto la pace coi tedeschi. Dedica manoscritta sul bordo destro.

Targhe metalliche

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1918

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 15 - altezza (cm) 10

Materiale: ferro

Descrizione: nove targhe commemorative con incisi i nomi di caduti dell’esercito austro-ungherese riconosciuti e la data di morte, o un’iscrizione generica per i non identificati. Erano usate per segnalare le sepolture temporanee dei caduti, in modo da poterli ritrovare e rimpatriare una volta terminato il conflitto.

Iscrizioni: dall’alto in basso, da sinistra a destra:

Targa 1: Cechic Martin/ Baukomb. 7/07/ 4. 9. 1918.

Targa 2: N. 329/ SOLD.  I/ FUMA JANOS/ M. 27. 8. 18.

Targa 3: Ho[…]/ Keki hadilhaus(?)/ Honv. Rgt. 3/ + 11. 05. 1918

Targa 4: N./ MILITARE VITTIMA/ DEL DOVERE NON/ IDENTIFICATO.

Targa 5: N. 281/ SOLD./ GREKA JSZPAZ/ M. 10. 9. 1918.

Targa 6: N. 139  I/ SOLD./ VOKOV JOSEF/ M. 23. 8. 18.

Targa 7: N. 392/ SOLD./ TIKOMAIER JAKOB/ M. 7. 10. 18.

Targa 8: N. 278/ SOLD./ ILLEGIBILE.

Targa 9: N./ MILITARE VITTIMA/ DEL DOVERE NON/ IDENTIFICATO.