Visita in trincea

Tribolo

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 33 - altezza totale (cm) 27 - altezza punte dal centro (cm) 20

Materiale: ferro

Descrizione: Ostacolo formato da quattro barrette di ferro acuminate bullonate nella parte centrale e piegate in modo da poggiare sul terreno mantenendo due delle punte sempre rivolte verso l’alto.

Di origine molto antica, in quanto utilizzato già dai Romani, questo strumento fu molto usato nella prima guerra mondiale per contrastare i reparti di cavalleria e di fanteria sulla terra di nessuno.

Da questo ostacolo deriva il verbo “tribolare”, con significato di ‘tormentare, opprimere’.

Reticolati

Datazione: sec. XX, primo quarto

Materiale: ferro

Descrizione: I reticolati erano formati da filo spinato e costituivano uno dei maggiori ostacoli passivi agli attacchi militari nella terra di nessuno.

Il filo spinato era composto da diversi fili intrecciati con inserti di varia forma e dimensione, come i cinque spezzoni esposti; il filo spinato poteva essere disposto fra picchetti all’altezza delle caviglie, o in grovigli ammassati sul terreno a formare cespugli o intere siepi, oppure steso a formare barriere verticali grazie ai pali a “coda di maiale”.

Questi ultimi erano pali metallici arricciati a spirale in vari punti, che avevano la funzione di sostenere e tendere il filo spinato sulla terra di nessuno; erano utili in funzione antiuomo e anticavalleria, ma anche per contrastare l’avanzamento di automezzi. Quello esposto ha un’altezza di 110 centimetri.

Le pinze tagliafili erano parte fondamentale dell’equipaggiamento delle “Compagnie della morte”, quei soldati incaricati di uscire dalle trincee e tagliare il filo spinato nella terra di nessuno per aprire un varco prima dell’inizio di un attacco. Quella esposta era in dotazione all’esercito italiano, è in acciaio e lunga 46 centimetri; l’impugnatura sinistra è rotta.

Maschera antigas

Datazione: sec XX, primo quarto

Dimensioni: altezza (cm) 21 - lunghezza (cm) 24 - altezza (cm) 12

Materiale: tela cerata, resina sintetica trasparente, gomma e ferro

Descrizione: Maschera antigas di produzione austriaca in uso nella prima guerra mondiale, composta da un facciale in tela cerata, oculari in resina sintetica bordati in gomma, tiranti per regolarla e adattarla al volto e filtro. Il filtro in lamina di ferro è avvitato al facciale e contiene carboni attivi, che depuravano l’aria dagli agenti chimici tossici.

Il relativo contenitore, realizzato in lamierino di ferro cilindrico a due ordini con coperchio a chiusura a incastro, si trova nella bacheca inferiore.

Granata a mano - Steilhandgranate

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 35 - diametro testa (cm) 7

Materiale: lamierino metallico e legno

Descrizione: Bomba a mano austriaca con manico della seconda versione lesionato; presenta residui di colorazione verde sulla testata. Sono presenti il gancio di trasporto e il tappo di sicura in lamierino. La versione più diffusa era quella tarata in media su 5.5 o 7 secondi; l’innesco era a strappo e contenuto nel manico. Queste bombe erano spesso portate al collo in speciali contenitori di iuta e venivano utilizzate durante gli assalti alle trincee nemiche.

Bombarda austro-ungarica Minenwerfen

Datazione: sec. XX, primo quarto, post 1914

Dimensioni: altezza (cm) 33.5 - diametro base (cm) 48

Materiale: acciaio

Descrizione: bombarda di produzione austriaca, denominata Minenwerfen, costituita da una piastra d’appoggio circolare in acciaio e da una rampa di lancio, con possibilità di regolazione dell’alzo per mezzo di una leva. Il funzionamento era ad avancarica sia per la carica di lancio che per la bomba, che in questo modello restava sporgente dalla canna, in quanto ne veniva incamerato solo il codolo. Aveva una gittata di circa 300 metri. Non presenta alcun marchio o incisione.

L’impiego della bombarda è una diretta conseguenza della massiccia presenza dei reticolati che caratterizzarono la guerra di posizione: queste armi si dimostrarono infatti indispensabili appoggi alle azioni di prima linea.

Mazzafrusto

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 49 - diametro testa (cm) 5

Materiale: legno e ferro

Descrizione: mazzafrusto di produzione austriaca, composto da impugnatura in legno, asta flessibile, che produceva l’effetto molla, e testa in ferro.

Le mazze ferrate flessibili comparvero successivamente al 1916, da un’idea sviluppata dall’esercito tedesco. Erano anche chiamate flagello. Venivano utilizzate, al pari delle mazze ferrate rigide, per dare il colpo di grazia ai moribondi o ai soldati svenuti a causa del gas.

Mazza ferrata

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 57 - lunghezza puntale (cm) 27

Materiale: legno e ferro

Descrizione: mazza ferrata di produzione austro-ungarica: è costituita da un’asta in legno liscio e da un puntale di spessa lamina di ferro con quattro ordini di punte, alcune mancanti, e uno spuntone centrale formato dalla piegatura della lamina. All’estremità opposta vi è un cordino cerato, usato per appendere la mazza al polso.

Arma di origine medievale, detta anche arma da botta, poteva assumere varie forme e solitamente era costruita con due o più materiali. Le teste erano spesso formate con materiali di recupero come involucri di bombe a mano o pezzi di tubo esplosivo infilati in manici di legno. Veniva utilizzata per dare il colpo di grazia ai moribondi o ai soldati svenuti a causa del gas. Le mazze ferrate non entrarono mai nella dotazione ufficiale del Regio Esercito Italiano, sebbene fossero comunque impiegate all’occorrenza.

Bomba da fucile - Zeitunderhandgranate

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1915-20

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 88 - diametro testa (cm) 6

Materiale: ghisa e acciaio

Descrizione: bomba a frammentazione stabilita di forma cilindrica con spuntoni, disegnata per esplodere in 150 schegge. La parte inferiore è un governale dritto, da infilare nella canna del fucile; questo manico poteva essere rimosso, per scagliare la granata come qualsiasi altra bomba a mano, oppure il soldato poteva impugnarlo per lanciare l'ordigno. 

Lanciabombe italiano Bettica

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: lunghezza base (cm) 67 - larghezza base (cm) 23 - altezza (cm) 15 - altezza con canna puntata (cm) 48

Materiale: legno e acciaio

Descrizione: lanciabombe Bettica con base di legno quadrangolare e sistema di puntamento a ghiera. Ha un maschio mobile per regolare l’angolazione di tiro e una doppia scanalatura per il fissaggio del proiettile torpedine. Le campanelle laterali per la cinghia sono in ferro. Mancano la cinghia e il vitone a galletto.

Aveva una gittata di 250 metri e poteva sparare proiettili cilindrici da 38mm a 60 mm. Il peso contenuto, 12 kg, lo rendeva facilmente trasportabile al seguito dei fanti.

Il lanciabombe Bettica prende il nome dall’ufficiale del Genio Italiano Alberto Bettica, che lo sviluppa nel corso della prima guerra mondiale.

Iscrizioni: sulla base: RR/ 3389.

Elmetto italiano mod. Adrian

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: lunghezza (cm) 29 - larghezza (cm) 22 - altezza (cm) 17

Materiale: acciaio

Descrizione: elmetto in dotazione all’Esercito Italiano, di produzione italiana su modello francese, composto da cupola, frontino e cresta forgiati da un solo pezzo di metallo. Questo elmetto proteggeva i soldati dalle schegge, ma era inefficace contro i proiettili. Il modello 15 era dotato di un sottile bordino di congiunzione tra la cupola e la visiera, che fu eliminato nel modello 16; quest'ultimo risultava anche più leggero.

L'elmetto della foto è un modello 16 ed è privo sia dell’imbottitura interna sia della vernice originale.

Elmetto italiano per corazza Farina

Datazione: sec. XX, primo quarto, post 1916

Dimensioni: lunghezza (cm) 21 - altezza (cm) 12

Materiale: acciaio

Descrizione: elmetto italiano da abbinare alla corazza Farina, in dotazione ai reparti addetti al taglio del filo spinato nella terra di nessuno. È stato forgiato partendo da due pezzi distinti: la visiera e la cupola. Non presenta danni da ossidazione né fori di proiettile, ma manca l’imbottitura interna.

Elmetto austro-ungarico Berndorf

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1914

Dimensioni: lunghezza (cm) 31 - altezza (cm) 18

Materiale: acciaio

Descrizione: elmetto in dotazione all’esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale, forgiato partendo da un unico pezzo di acciaio. È privo dell’imbottitura interna e della cinghia.

È è molto simile al corrispettivo tedesco, ma ha bottoni di tenuta non presenti su quello teutonico. Era piuttosto resistente, tanto da poter fermare anche i proiettili di piccolo calibro, oltre alle schegge, proteggendo anche i lati del cranio.

Piastra per elmetto austro-ungarico

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1916

Dimensioni: larghezza (cm) 26 - altezza (cm) 18

Materiale: acciaio

Descrizione: piastra frontale di rinforzo per gli elmetti Berndorf in dotazione all’esercito austro-ungarico a partire dal 1916, forgiato partendo da un unico pezzo. Era distribuito in particolare a sentinelle e osservatori, come ulteriore protezione dal tiro dei cecchini. Presenta fori da ossidazione.

Guanti da trincea

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza (cm) 28 - lunghezza (cm) 11

Materiale: acciaio e cuoio

Descrizione: coppia di guanti da trincea in uso presso i reparti di mitraglieri e di artiglieria per manovrare canne, bossoli e otturatori arroventati, sia nell’esercito italiano sia in quello austro-ungarico. Sono realizzati in maglia di anelli in acciaio con bordatura in cuoio, hanno come unica nota anatomica il pollice e vi è un bottone a pressione all’altezza del polso, aperto in quanto mancante dell’altra parte.

Questi accessori furono usati impropriamente anche dai reparti di guastatori, per proteggersi dal filo spinato.

Corazza per torace, parte destra

Datazione: sec. XX, primo quarto

Dimensioni: altezza totale (cm) 46 - lunghezza (cm) 32

Materiale: acciaio

Descrizione: corazza da torace progettata sulla linea delle armature medievali, presenta un incavo per il braccio destro e il fondo dritto, mentre mancano completamente le cinghie per fissarla al corpo. Queste corazze servivano per proteggere i corpi dei soldati più esposti al tiro nemico, in particolare quelli che componevano la “Compagnia della morte”, squadra specializzata nel taglio del reticolato fuori dalle trincee.

In breve tempo si rivelarono inutili contro le raffiche delle mitragliatrici e, inoltre, il loro peso rallentava i movimenti dei soldati. Alcuni modelli erano corredati da un elmetto e presentavano due bracciali nella parte interna, che permettevano di impugnarle anche come scudi.

Baionette

BAIONETTE

Armi bianche da taglio fissate a fucili, moschetti o carabine; in uso già nel XVII secolo, consentivano alle formazioni di fanteria di affrontare uno scontro corpo a corpo senza abbandonare il fucile.

BAIONETTA PER FUCILE AUSTRIACO M95

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1917

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 35 - lunghezza lama (cm) 24

Materiale: ferro

Descrizione: baionetta modello standard da fanteria, con impugnatura in tubolare di ferro; è priva di punzoni di accettazione. È del tipo Esals, cioè costruita in carenza di materiali pregiati (legno o bachelite) a partire dalla metà del 1917.

BAIONETTA PER FUCILE TEDESCO MAUSER  Kar 98

Datazione: sec. XX, prima metà, ante 1937

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 38,5 - lunghezza lama (cm) 25,2

Materiale: ferro e legno

Descrizione: baionetta con guancette in legno, priva di fodero. La denominazione ufficiale di questa baionetta era “Seitengewehr M. 1884/98” e fu in uso fino alla fine della seconda guerra mondiale. Questo esemplare è stato costruito prima del 1937, data a partire dalla quale le guancette vennero costruite in bachelite.

Prodotta a Solingen, in Germania.

Moschetto Carcano-Mannlicher 91 da cavalleria

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1918

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 92 - lunghezza canna (cm) 42 - lunghezza baionetta (cm) 35

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: moschetto modello 1891 in dotazione all’esercito italiano nella prima guerra mondiale, calibro 6,5. È dotato di baionetta ripiegabile a sezione triangolare. Il moschetto da cavalleria differisce da quello d’ordinanza per la minore lunghezza e il minor peso.

L’otturatore non è originale, poiché dopo l’armistizio l’esercito tedesco impose che i fucili della collezione Marson, per essere lasciati al Museo, fossero resi inutilizzabili asportandone questa parte.

Produttore: Regia Fabbrica d’armi Brescia, Italia.

Iscrizioni: vicino alla camera a scoppio: V727, Brescia1918; sul calcio: Fabbrica d’Armi Brescia 1918-V 7270.

Pistola semiautomatica Luger P08 Parabellum

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1908

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 22 - lunghezza canna (cm) 10.2

Materiale: acciaio e ferro

Descrizione: arma da fuoco semiautomatica a singola azione, a chiusura geometrica a corto rinculo di canna. Calibro 9 mm. Era la pistola d’ordinanza dell’esercito tedesco.

Parabellum deriva dalla locuzione latina Si vis pacem, para bellum, ovvero “Se vuoi la pace, prepara la guerra”. Tale denominazione venne attribuita all’arma in quanto all’epoca l’indirizzo telegrafico della DWM era Parabellum Berlin.

Produttore: Deutsche Waffen und Munitionsfabriken, Berlino, Germania.

Iscrizioni: sul carrello: 5677; sullo snodo: DWM in floreale, 77; sul castello: 5677 i.

Pistola semiautomatica Luger P08 da artiglieria

Datazione: sec. XX, primo quarto, 1914

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 31.7 - lunghezza canna (cm) 20

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: pistola semiautomatica a singola azione, a chiusura geometrica a corto rinculo di canna, realizzata mediante otturatore snodato a ginocchiello. Percussore lanciato. Alzo sulla canna. Calibro 7,65 mm.

Brevettata dall’austriaco Georg Luger partendo dal modello base P. 08 Parabellum, presenta una canna più lunga e la possibilità di unire un caricatore maggiorato e un calcio. Adottata nel 1913, fu prodotta dal 1914 fino alla fine della prima guerra mondiale in circa 198.000 esemplari.

Produttore: Deutsche Waffen und Munitionsfabriken, Berlino, Germania.

Iscrizioni: sul carrello: 1915, 1406; sullo snodo: DWM in floreale, 06; sul castello: 1406 d.

Fucile Steyr-Mannlicher 1895

Datazione: sec. XIX, ultimo quarto, 1895

Dimensioni: lunghezza totale (cm) 127.1 - lunghezza canna (cm) 79

Materiale: acciaio e legno

Descrizione: arma a ripetizione con caricatore a cinque colpi, con otturatore scorrevole che avrebbe dovuto garantire maggiore cadenza di tiro, calibro 8 mm. Modello di serie. Manca la cinghia. Il sistema di sicurezza era poco affidabile, in quanto basato su una levetta di piccole dimensioni, la quale poteva facilmente disinserirsi, anche durante il trasporto a spalla dell’arma.

L’esemplare in oggetto è stato modificato e punzonato nuovamente nel 1930, come indicato dall’incisione sul lato sinistro del castello.

Produttore: Oesterreichische Waffenfabrik Gesellschaft, Steyr, Austria.

Iscrizioni: sul castello: STEYR/M.95, sul lato sinistro 1930M; sulla cassa: 30, A. ZWEITEILIG.